domenica 19 gennaio 2014

Probiotici, un aiuto per la nostra salute dal microscopico modo dei batteri

di Giuseppe Annunziata

Solitamente, quando si parla di batteri, si pensa a qualcosa di estremamente pericoloso per la salute, qualcosa da debellare prontamente, al fine di evitare lo sviluppo di serie patologie. Il più delle volte una simile concezione è corretta, in quanto numerosi sono i ceppi batterici patogeni, si pensi ai vari Vibrione del colera, ai Clostridi produttori delle tossine botulinica e tetanica, al Micoplasma pneumoniae che causa polmoniti atipiche, all'Helicobacter pylori causa, invece, dell'ulcera peptica gastro-duodenale, e così via... ma vi sono casi in cui i batteri, pur essendo simbionti dell'uomo (o di altri organismi eucarioti superiori), non ne sono dannosi, anzi, sono addirittura necessari alla sua sopravvivenza. E' questo, ad esempio, il caso del Bacillus turingensis che infetta le piantagioni di mais ma, anziché danneggiarle, addirittura le protegge dall'attacco del suo principale parassita (la piralide nel suo stadio larvale), producendo una tossina letale per lo stesso insetto, ma innocua per l'uomo. Ritornando, invece, al caso dell'essere umano, un gran numero di batteri vive, ad esempio, sulla nostra pelle proteggendola. Ma laddove la vera importanza dei batteri per la salute dell'uomo viene esplicata è nell'intestino. A questo livello vive una piuttosto ampia popolazione di batteri cosiddetti "amici dell'uomo" che, oltre a far mantenere un buono stato di salute generalizzato, contribuiscono al corretto sviluppo e funzionamento dell'intestino stesso e del sistema immunitario. Stiamo parlando degli arcinoti probiotici.
I probiotici comprendono una vasta gamma di batteri (appartenenti alla classe dei Gram + e Gram -) e lieviti, come Candida albicans o Saccharomyces boulardii. Il gruppo maggiormente rappresentato è quello dei Gram + di cui fanno parte (tra i ceppi predominanti):
  • Lattobacilli: tra questi ricordiamo il L. rhamnosus, L. Bulgaricus, L. acidofilus, L. plantarum (utilizzato nella deamarizzazione delle olive appena raccolte), L. cellobiosus (particolarmente in grado di utilizzare gli zuccheri, soprattutto il lattosio, pertanto, si prospetta una probabile terapia per i soggetti affetti da intolleranza al lattosio)
  • Bifidobatteri: tra questi ricordiamo il B. longum, B. animalis, B. infantis, B. adolescentis. I Bifidobatteri sono differentemente distribuiti nelle varie fasi della crescita dell'uomo (come suggerisce il nome): B. infantis, ad esempio, è abbondante nell'intestino del lattante, al quale viene ceduto dalla madre attraverso il latte; la lattazione artificiale non offre al lattante questi batteri, il ché compromette il corretto sviluppo dei sistemi digerente ed immunitario
  • Streptococchi: come lo S. thermophilus presente nello yogurt
  • Enterococchi: tra cui Lactococcus lactis
Si tratta di batteri cosiddetti lattici (ovvero batteri che effettuano una fermentazione lattica, nella quale viene prodotto e rilasciato nell'ambiente il lattato) che, a livello intestinale, interagiscono con le cellule della mucosa e vi aderiscono, andando a rappresentare un insulto per il sistema immunitario non così importante da determinare una risposta generalizzata e forte, come nel caso dei patogeni, ma, tuttavia, sufficiente ad indurre una produzione basale di IgA, le immunoglobuline secretorie.Una simile attività delinea già uno dei ruoli benefici dei probiotici: avere un sistema immunitario già preventivamente sollecitato e reso pronto a produrre anticorpi consente una risposta celere ed efficace quando necessario, ovvero in caso di infezione da parte di patogeni.
Affinché, però, un ceppo possa essere effettivamente definito probiotico, deve presentare alcune specifiche caratteristiche; nello specifico deve essere:
  1. sicuro, ovvero non patogeno; al tal proposito, i ceppi probiotici vengono isolati dall'intestino dell'uomo
  2. resistente ai vari succhi gastrico, enterico e pancreatico, in quanto vengono assunti per via orale
  3. capace di proliferare ed aderire alle cellule della mucosa intestina
  4. capace di stimolare il GALT, il Gut-Associated Lymphoid Tissue (tessuto linfoide associato alla mucosa intestinale)
  5. capace di inibire i ceppi patogeni, per fare ciò, alcuni ceppi sono in grado di sintetizzare specifiche molecole ad attività antibiotica, dette batteriocine.
Un aspetto molto importante da sottolineare è che questi batteri, proprio perché vivono nel nostro intestino, interagiscono con qualsiasi molecola vi arrivi, e la metabolizzano. Ecco che si profila un ulteriore ruolo benefico di questi batteri che sicuramente saranno in grado di tenere l'organismo alla larga da tossine od altre molecole dannose. In questa visione si sta, ultimamente, aprendo un'ampia finestra relativa alla potenziale possibilità di alcuni batteri di andare ad interferire con l'introito calorico del soggetto: si sta studiando l'effettiva capacità di alcuni ceppi di utilizzare le calorie introdotte dal soggetto, sottraendole a quelle che assimilerà, il ché potrebbe rappresentare un effettivo vantaggio nel controllo del peso. Va, inoltre, sottolineata la capacità di alcuni ceppi di utilizzare il colesterolo, pertanto una adeguata integrazione a livello della flora batterica potrebbe essere utile anche nella regolazione dei livelli di colesterolemia.

I probiotici, come detto, sono batteri, dunque, organismi viventi, ai quali è necessario somministrare il giusto nutrimento (pabulum) per assicurarne il corretto funzionamento. Il pabulum dei probiotici sono i prebiotici, sostanze di origine vegetale non digeribili dall'uomo (fibre vegetali), per assenza degli specifici enzimi, rappresentati da carboidrati (per lo più oligosaccaridi), quali i FOS (frutto-oligosaccaridi) e l'inulina. A tale proposito, si rimanda alla lettura dell'articolo "Fibre vegetali, le alleate della salute". L'effettivo ruolo dei prebiotici è quello di mantenere il giusto equilibrio fra i componenti della flora batterica. La dose consigliata di prebiotici è di circa 3 gr/die.

Per meglio sfruttare la sinergia di prebiotici e probiotici, alcune aziende si sono spinte verso la produzione dei cosiddetti simbiotici, formulazioni che comprendono le due specie in questione. Simbiotici in commercio sono costituiti, ad esempio, da: 
  • Bifidobatteri + FOS
  • lattobacilli + lattitolo
  • Bifidobatteri + GOS (galattolicosaccaridi)
(fonte immagine: web)

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