sabato 15 febbraio 2014

Gastrite, quando lo stomaco è in fiamme

di Giuseppe Annunziata

Lo stress, la vita frenetica e le inadeguate abitudini alimentari, sempre più sballate, sono alcune fra le principali cause di una gran parte di disturbi che colpiscono direttamente od indirettamente il sistema digerente. Si tratta di patologie, a volte fortemente debilitanti che possono compromettere il normale svolgimento delle funzioni quotidiane del soggetto, creando non pochi problemi. Una fra tante, la gastrite. La gastrite è una acuta o cronica infiammazione della mucosa gastrica che può progredire determinando l'insorgenza di ulcera peptica gastroduodenale, caratterizzata da lesioni della stessa mucosa. In tali zone non vi è più la fisiologica barriera protettiva di muco e bicarbonato; l’acidità dei succhi gastrici può, talvolta, ledere anche gli strati più profondi con varie conseguenze (emorragie massive, infezioni batteriche, etc.). Le cause sono varie: stress, gastrinoma (ipersecrezione gastrica), abuso di alcool o caffè, terapie prolungate con  FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) o un'infezione batterica a carico di Helicobacter pylori.

Vediamo più da vicino queste cause.
  • Helicobacter pylori: batterio Gram - che vive normalmente nello stomaco; riesce a resistere ad un pH così estremo (circa 1.5-2) grazie alla capacità di produrre un enzima, detto ureasi, che trasforma l'urea in NH3 e HCO3- che, a pH acido, formano NH4+ e H2CO3, ione ammonio e bicarbonato. Questi due composti sono in grado di creare un ambiente neutro che consente la sopravvivenza e la proliferazione allo stesso batterio. La patogenicità di H. pylori si esplica a livello della mucosa gastrica che può essere invasa da un'eccessiva proliferazione determinando lesioni della stessa, dunque l'ulcera. Tali lesioni non permettono una adeguata protezione delle cellule superficiali dello stomaco che risultano, dunque, danneggiate. All'infezione batterica, poi, si somma la liberazione di mediatori dell'infiammazione, che amplificano, seppur in via indiretta, il danneggiamento. Il risultato di questa complessa interazione nel duodeno tra l'H. pylori e l'ospite determina, in una fase successiva, la trasformazione delle cellule duodenali in gastriche (ossia la cosiddetta metaplasia intestinale) e la loro colonizzazione ad opera del batterio di provenienza dallo stomaco. A questo punto si danneggiano le varie cellule epiteliali colpite che conduce alla formazione dell'ulcera duodenale.
  • FANS: es. acido acetilsalicilico. Si tratta di un acido debole che, al pH acido dello stomaco, si trova in forma indissociata, il ché ne consente l'assorbimento. Dopo il suo assorbimento, si dissocia in H+ e An- (il quale anione rimane nella cellula). L’acido acetilsalicilico inibisce la formazione delle prostaglandine, a partire dall’acido arichidonico (la PGE2 ha un effetto protettivo a livello gastrico riducendo il rilascio di HCl ed aumentando il rilascio di HCO3- ). L’ac. acetilsalicilico, dunque, determina un deterioramento della barriera mucosale protettiva.
  • Stress: elevati livelli di adrenalina determinano una degradazione dei substrati energetici e determina un’inibizione del rilascio di HCO3-.
  • Alcool: ha un effetto destabilizzante sulle membrane plasmatiche, rendendole permeabili al protone (H+) che, dunque, passa aumentando il pH con inattivazione di alcuni enzimi e conseguente necrosi della cellula.
  • Caffè: la caffeina è una sostanza che contiene metilxantine, le quali determinano un’inibizione dell’effetto di specifiche molecole dette fosfodiesterasi, con conseguente aumento della concentrazione di cAMP, il ché determina l’attivazione della PKA, inibendo, così, la produzione di HCO3-, con relativo danno a carico della barriera protettiva.
E, come al solito, vediamo insieme come poter intervenire con l'alimentazione per cercare, almeno in parte, di arginare il problema.

Cosa posso mangiare?
Due alimenti, in particolare, aiutano a controllare i disturbi dovuti alla gastrite, la banane ed il cavolo. La banana induce la produzione di cellule che proteggono la parete dello stomaco. Il cavolo contiene una sostanza, il gefarnato, che rinforza e protegge la mucosa gastrica; il cavolo, inoltre, ha proprietà antibiotiche, proprio contro H. pylori.
Da un punto di vista più generale, invece, è da prediligere un'alimentazione leggera, poco calorica, ben suddivisa in più pasti giornalieri (massimo tre o quattro) e contenente tutti quegli alimenti normalmente tollerati dal soggetto e facilmente digeribili. Tra gli alimenti "SI'" abbiamo cerali, verdure (carote, finocchi, zucchine, insalata verde, piselli fini, fagiolini, cavolfiore), frutta (banana, pere), yogurt (inibisce la proliferazione di H. pylori), carne e pesce magri, pasta. Come condimenti si possono utilizzare erbe fresche od essiccate, aceto balsamico, succo di limone, poco sale. Come dolcificante, preferire il miele.

Alimenti da evitare
Trattandosi di una patologia, anche piuttosto debilitante, che colpisce l'apparto digerente, numerosa è la lista degli alimenti sconsigliati. Tra questi:
  • Latte e derivati, in particolare formaggi stagionati, grassi e con muffe.
  • Carne e salumi
  • Pesce
  • Pane e prodotti da forno (pane integrale, prodotti a pasta lievitata)
  • Cibi fritti
  • Caffè, tè ed alcool
  • Verdure: sono sconsigliate tutte le verdure crude fibrose e difficilmente digeribili, come cipolla, porro, peperoni, legumi, funghi. Vanno, inoltre, totalmente abolite le patate, in ogni modalità di preparazione.
  • Frutta, soprattutto acerba, con nocciolo non cotta, acida (agrumi, fragole, kiwi) e frutta secca (noci, mandorle, pistacchi)
  • Salse e condimenti (maionese e salse a base di burro)
  • Bevande gasate
Il problema dei falsi miti
Recentemente, la ricerca ha sfatato due capisaldi della credenza medica popolare, relativamente al discorso dell'ulcera, il latte e le spezie.
Il latte, da sempre considerato antiulcera, per la sua capacità di "spegnere" prontamente il dolore gastrico è stato, invece, considerato responsabile di un aggravamento della stessa sintomatologia a causa della sua capacità di stimolare il rilascio di gastrina, ormone che induce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco.
Dall'altro canto, invece, le spezie, ritenute nemiche dello stomaco, sono state rivalutate, soprattutto il peperoncino che, grazie alla capsaicina, apporta benefici alla circolazione sanguigna, proprio a livello dello stomaco.

...e la Natura?
Ed anche la Natura, con la Fitoterapia, offre il suo contibuto
  • Glycyrrhiza glabra, la comune liquirizia, ha importanti proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche e protettive della mucosa. Controindicata in soggetti ipertesi.
  • Aglio, per le conclamate proprietà antinfiammatoria ed antibiotica.
  • Passiflora, in forma di tisana è un ottimo rimedio contro lo stress, una delle principali cause della gastrite
  • Tiglio, salvia, camomilla e fiori d'arancio: questa tisana così formulata aiuta a contrastare la produzione di succo gastrico, proteggendo le pareti dello stomaco, ed agisce a livello nervoso, rilassando il soggetto.
Linee guida generali
Oltre al mero approccio con alimentazione e fitoterapia, è necessaria anche l'adozione di un corretto stile di vita, generale, da adottare a tavola e lontano dalla tavola. Per favorire una corretta digestione, è importante ricordarsi di masticare a lungo e molto lentamente ogni boccone, il ché limita la produzione di succo gastrico. E' utile, altresì, ricordare l'importanza di consumare i pasti seduti, nella più totale calma, allontanandosi da ogni tipo di emozione o sensazione negativa e concentrandosi su ciò che, in quel momento, si sta compiendo. Evitare le abbuffate e ripartire correttamente i pasti nell'arco della giornata, evitando, così, sovraccarichi ma anche lunghi periodi di digiuno. Come modalità di cottura prediligere quella a vapore, in terracotta, in padella o tegame antiaderente, così da limitare al minimo l'uso di grassi. Importante è anche fare attenzione alla temperatura alla quale i cibi vengono consumati, non devono essere né troppo caldi né troppo freddi.

(fonte immagine: web)

QUESTO BLOG NON DA’ CONSIGLI MEDICI
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3 commenti:

  1. bell'articolo
    aggiungerei che lo stress agisce anche mediante il cortisolo, che, come l'aspirina (anche se con diverso meccanismo) impedisce la sintesi di prostaglandine

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    1. Grazie per seguirci e per il commento a questo articolo. So che lei è un nutrizionista, dunque, pubblicamente, le espongo il nostro piacere in una collaborazione: se vuole scrivere quale articolo a sua firma, noi saremo ben lieti di pubblicarlo.

      Giuseppe Annunziata - S.D.e C.A.

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    2. infatti non c'è bisogno di darci del lei..
      scrivo già nel mio blog personale e ne La Scuola di Ancel, sarebbe difficile trovare tempo pure per voi, ma se vi accontentate dei post riciclati..

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