lunedì 4 agosto 2014

Psicologia alimentare, quando mangiare non è più nutrirsi

di Giuseppe Annunziata

Quello che prima era un binomio quasi obbligatorio (alimentazione - nutrizione), oggi sembra sempre lontano dall'immaginario collettivo. Per dirla in soldoni, oggigiorno non ci si alimenta più per necessità, ma si tende a consumare cibi ricercati per appagare i più improbabili desideri del palato o per soddisfare i più reconditi bisogni psicologici. Network e media, poi, non aiutano di certo: tempeste di programmi televisivi culinari offrono allo spettatore succulente preparazioni che, per così dire, si lasciano mangiare con gli occhi. Il reale problema, però, risiede nell'aspetto psicologico della cosa: l'input dato al telespettatore induce ad un consumo smodato del cibo, anche quando le necessità fisiologiche non lo richiedano. Con tutta una serie di conseguenze negative che, sovente, sfociano nel drammatico: in una società come la nostra, dove negli ultimi 35 anni l'obesità è aumentata del 100% (dati dell'OMS), lanciare come messaggio il consumo di cibi raffinati e complessi, può solo peggiorare la situazione. Uno studio britannico, pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, ha evidenziato l'associazione tra alimentazione e società, sottolineando come lo stile dietetico di un individuo possa essere fortemente influenzato da quello di amici, parenti o chiunque lo circondi.

"Sembra che in alcuni contesti, conformarsi a certi standard alimentari sia un modo per rimarcare la propria appartenenza sociale ad un gruppo" spiega alla stampa il responsabile della ricerca Eric Robinson, PhD Università di Liverpool "Se gli individui si identificano nel gruppo, saranno portati ad imitarne i comportamenti"

Ovviamente si tratta di azioni comportamentali che avvengono in maniera inconscia; l'influenza non è strettamente legata alla vicinanza fisica degli altri: tali comportamenti alimentari vengono mantenuti anche quando si è a tavola da soli.

"I comportamenti alimentari" continua Robinson "possono essere trasmessi socialmente. Occorre tenerlo presente per mettere a punto strategie di comunicazione nuove e più efficaci che promuovano l'alimentazione sana"

fonte: fucus.it
fonte immagine: web

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