sabato 18 ottobre 2014

Ebola: sintomi, prevenzione ed utili consigli

di Dominic Salamone

Il virus Ebola appartiene alla famiglia delle Filoviridae e fu osservato per la prima volta in Congo e nel Sud Sudan nel 1976.
Da un punto di vista strutturale, il virus appare di forma sottile e filamentosa, contenente una copia lineare della sua singola elica di RNA di senso negativo sistemata all’interno del nucleo capside di forma elicoidale. Il suo materiale genetico va incontro a mutazioni non molto rapide e contiene solo 7 geni. Sono stati isolati soltanto 5 ceppi del virus, dei quali 4 risultano essere pericolosi per l’uomo.
Il virus appare sensibile ai solventi dei lipidi, ai comuni detergenti ed è distrutto dal calore (60°C per 30 minuti) e dal pH acido, anche se può persistere a temperatura ambiente.
Vediamolo più da vicino.
  • COME SI TRASMETTE IL VIRUS?
La diffusione del virus è molto rapida attraverso i fluidi corporei come sangue e muco, ma anche attraverso lacrime, saliva, vomito o  feci ed il contatto con aghi o coltelli usato dall’ammalato.
Il virus può trasmettersi anche mediante rapporti sessuali non protetti.
L’Ebola  può essere un virus zoonotico ospitato da Gorilla e da scimpanzè, ma anche dai pipistrelli della frutta, che sono stati identificati come portatori del virus ma, non avendo sintomi, vengono considerati come ospiti naturali o riserve virali. Inoltre, una fonte di contaminazione da Ebola viene rappresentata dalle carni di animali provenienti dalla savana.
  • QUALI SONO I SINTOMI?
Il virus ha una percentuale di mortalità che varia dal 50% all'89% ed il periodo di incubazione varia dai 2 ai 21 giorni. I sintomi sono febbre alta (38,6°C-38,8°C), emorragie, vomito, diarrea, cefalea , dolore addominale, dolore toracico accompagnato da tosse, prostrazione e depressione dello stato mentale.
  • DIAGNOSI
La diagnosi si basa su esami di laboratorio. Dall’esame del sangue si osserva prima leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi) e poi neutrofilia. La conta piastrinica diminuisce sotto i 50000/microlitro a causa dell’emorragia, e i livelli sierici di ALT (alanina ammino transferari) e AST (aspartato ammino tranferasi ) aumentano progressivamente, determinando ittero (colorazione gialla della cute). Può essere presente anche un aumento dell’amilasi pancreatica che, associata al dolore addominale, può suggerire la pancreatite.
La tecnica più affidabile è l’ELISA, un test immunoenzimatico che ricerca gli antigeni del virus. Anche l’uso della PCR è molto affidabile per identificare la presenza del virus.
  • TERAPIA
Non esistono attualmente cure o vaccini contro l’Ebola. Il farmaco Zmapp si basa sulla tecnologia antisenso, ma ancora non si hanno risultati clinici.
Al momento il paziente affetto da Ebola viene nutrito, idratato e trattato con opportuni farmaci antipiretici.
  • CONSIGLI UTILI
Per essere certi di scongiurare il pericolo di contagio o, quantomeno, limitare i danni è opportuno seguire semplici linee guida emanate dagli Organi competenti. La prima regola, fondamentale, è, senza ombra di dubbio la comunicazione: nel caso in cui dovessero presentarsi i primi sintomi di un probabile contagio, è necessario riferire al medico contatti avuti e luoghi visitati. 
In linea generale, è utile avere le mani pulite, utilizzando anche comuni detergenti, e lavare gli indumenti con candeggina, lasciandoli asciugare al sole, tutti fattori che determinano la morte del virus.
Per quanto riguarda l'alimentazione, si consiglia di evitare i cibi crudi o poco cotti, soprattutto quelli di origine animale; consumare esclusivamente frutti e verdure integri, evitando, in questo modo, di mangiare alimenti che possano essere stati contaminati da animali vettori del virus; alimentarsi con prodotti della località geografica in cui si risiede, evitando alimenti esotici o provenienti da zone a rischio.
Tuttavia, è necessario sottolineare che non si rischia il contagio venendo a contatto con denaro o prodotti alimentari.
  • CURIOSITA’
Il virus Ebola, come tutti i virus della famiglia Filoviridae è considerato essere un agente batteriologico di classe A (Microrganismi o tossine altamente tossici o letali per la collettività).

Fonte: web
Fonte immagine: web

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