venerdì 1 agosto 2014

Celiachia, incidenza aumentata di 5 volte

di Giuseppe Annunziata

L'incidenza della celiachia è aumentata di 5 volte, principalmente nei bambini. A dichiararlo è The New Epidemiology of Celiac Disease, studio epidemiologico italiano, pubblicato su Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, dal quale si evince come negli ultimi 25 anni l'incidenza del morbo sia aumentata con l'andamento sopracitato.Va, tuttavia, sottolineato che i dati di tali studi epidemiologici tengono conto, esclusivamente, del numero di pazienti celiaci clinicamente diagnosticati o rilevati mediante screening sierologici escludendo, invece, quelli non diagnosticati. "Il rapporto tra casi diagnosticati e non diagnosticati infatti è ancora di 1:3-1:5" precisa il Prof. Alessio Fasano, Direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia (CFRC) dell'Università di Boston e membro del Dr.Schär Institute "e per questo motivo sarebbe opportuno uno screening sempre più attento dei soggetti potenzialmente a rischio. Dovrebbero essere quindi sempre testati, i parenti di primo grado di pazienti celiaci, i soggetti colpiti da altre malattie autoimmuni, le persone con sindrome dell'intestino irritabile o con una sintomatologia che potrebbe suggerire la presenza di celiachia".

Diviene, pertanto, fondamentale attuare campagne di sensibilizzazione nei riguardi di questa patologia che, per anni, può svilupparsi silente e manifestarsi improvvisamente con drammatiche conseguenze.

A tal proposito, lo Staff di "SDeCA - Scienza, Dieta e Corretta Alimentazione" si vede impegnato in una forma di collaborazione a sostegno della "A.E.S.E.F. Associazione Europea Studenti&Friends", organizzatrice di una due giorni seminariale sul tema celiachia, che si terrà nel prossimo autunno, nell'ambito di un progetto patrocinato e finanziato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Maggiori informazioni ed aggiornamenti sull'evento saranno comunicati su questo portale.

PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SUL MORBO CELIACO SI RIMANDA ALL'ARTICOLO DI Vincenzo Catapano "Celiachia, cosa mangiare e cosa evitare"

fote: ansa.it/saluteebenessere
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mercoledì 30 luglio 2014

Succo di ciliegie, amico del post-WO intenso

di Andrea De Simone

Che la ciliegia sia un ottimo alimento, dalle grandi proprietà nutrizionale, non è una novità.
Esso contiene flavonoidi, antociani e vitamine , soprattutto quella A e C.
Un recente studio della NorthUmbria University di Newcastle, ha testato le grandi potenzialità di questo frutto su atleti agonisti.
Gli studiosi hanno sottoposto questo test a 16 ciclisti volontari, a cui è stato somministrato succo di ciliegie secondo precise modalità:

  • le ciliegie in questione sono di una particolare tipologia, chiamata visciola (come in foto, ndr)
  • a 8/16 dei clicisti è stato dato 30ml di succo di ciliegia per due volte al giorno, per tre consecutivi
  • ai restanti 8/16, è stata somministrata una bevanda placebo con simile apporto calorico
  • i ciclisti sono stati sottoposti ad una simulazione di gara durata tre giorni appunto.
Ebbene, i risultati sono stati fenomenali. I ciclisti che hanno assunto il succo di ciliegia, hanno presentato livelli di stress metabolico nettamente inferiori a quelli che hanno bevuto la sostanza placebo. Di fatti, l'intenso sforzo muscolare, porta ad un grande stress ossidativo cellulare/muscolare, che comporta in primis grande fatica a ripetere determinati esercizi nonchè attività fisica in generale, ma soprattutto sono seriamente compromessi i fattori di recupero di un atleta, che come sappiamo sono fondamentali.
Gli studiosi attribuiscono queste benefiche proprietà,soprattutto alla presenza di antociani.


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martedì 29 luglio 2014

Nichel: TOP TEN alimenti con la % più elevata

di Andrea De Simone

Intolleranze e allergie al nichel al giorno d'oggi sono sempre più frequenti.
E' bene comprendere che queste possono variare in maniera significativa da soggetto a soggetto, non rappresentando mai un caso uguale ad un altro. In linea di massima questo problema può essere relativo al semplice contatto, o nei casi più complessi implica intolleranza nutrizionale.
Generalmente nei primi casi basta semplicemente evitare oggetti e oggettini, gioielli, borchie, che spesso sono ricoperte da uno strato di nichel. Ma nel secondo caso, quello che più ci interessa, molteplici elementi sono letteralmente contaminati da questo elemento chimico.
Indipendentemente dal fatto di farsi prescrivere una dieta dal proprio medico/nutrizionista di fiducia a seconda della gravità della situazione, stilerò una lista dei principali cibi che contengono grandi quantità di nichel e che, di conseguenza, è preferibile evitare.
Vediamo insieme quali

lunedì 28 luglio 2014

Origano e rosmarisno contro il diabete

di Giuseppe Annunziata


Ancora un aiuto per la salute arriva dal meraviglioso mondo delle spezie. Protagonisti, questa volta, rosmarino ed origano, importanti componenti della cucina mediterranea. A fare luce sulle proprietà ipoglicemizzanti delle due spezie è stato un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze Nutrizionali dell'Università dell'Illinois che le hanno battezzate equivalenti dei farmaci attualmente in uso nella terapia del diabete mellito di tipo II. In uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, i ricercatori hanno dimostrato la presenza, nelle spezie, di composti quali polifenoli e flavonoidi, in grado di inibire gli enzimi PTP1B e DPP-IV, che ricoprono un ruolo fondamentale nella secrezione dell'insulina.
Ovviamente, come spiega Elvira Gonzalez de Mejia, autrice della ricerca, non è sufficiente aggiungere le spezie alle pietanze per avere un'azione farmacologica. "Se le spezie fresche, coltivate in serra, contengono in partenza più polifenoli e flavonoidi, ciò non ha influenzato la concentrazione necessaria per inibire gli enzimi. Gli estratti secchi commerciali quindi sono risultati più efficaci, anche se sono necessari ulteriori studi per capire il ruolo di questi ingredienti nell'organismo umano". 

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fonte: ansa.it/benessere