venerdì 13 gennaio 2017

“Fame” di pesticidi!

della Dott.ssa Gabriella De Rosa

Con il termine  "pesticidi" ci si riferisce ad una serie di prodotti fitosanitari, utilizzati principalmente in agricoltura per preservare le colture e proteggerle da malattie e infestazioni. Questi prodotti comprendono erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti. Tali prodotti contengono sostanze attive, sostanze chimiche oppure microrganismi, inclusi i virus, che permettono al prodotto di svolgere la sua azione.

La commercializzazione e l’utilizzo di questa tipologia di prodotti sono regolamentati da una legislazione UE (Dir.UE n° 1107/2009/CE) secondo la quale tali prodotti vanno prima autorizzati. L’EFSA – European Food Safety Authority - valuta le sostanze attive contenute nei prodotti  e  prima che una sostanza venga utilizzata nell’UE all’interno di un prodotto fitosanitario, deve essere sottoposta ad  approvazione della Commissione europea. I programmi di monitoraggio europei costituiscono uno dei più completi programmi di sondaggi sugli alimenti al mondo, e analizzano ogni anno oltre 75 000 campioni di alimenti per rilevare la presenza o meno di oltre 600 pesticidi diversi (dati EFSA).
Ad oggi tuttavia si è ancora incentrati a studiare i rischi relativi a singoli principi attivi (sui quali si basa la defiinizione dei limiti massimi di residuo LMR sanciti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare) mentre sarebbe fondamentale che le indagini riguardassero anche l’azione combinata di più principi attivi. Infatti, anche se a piccole dosi e sotto i limiti stabiliti dalla legge, l’azione sinergica di diverse sostanze assunte dall’ambiente possono avere un effetto cancerogeno.
I tempo di esposizione, l’azione combinata di più pesticidi oltre alla quantità ed il tipo, sono fattori di rischio da tenere in considerazione quando si parla di relazioni tra fitofarmaci e salute umana.
 Le disfunzioni della tiroide, ad esempio, sono molto comuni in presenza di un’esposizione prolungata agli organoclorurati. Secondo un recente studio, la probabilità che si manifesti l’ipotiroidismo in contadini che usano insetticidi organoclorurati, fungicidi e l'erbicida Paraquat è elevata.
 “Ad oggi, ci sono più di 50 studi che associano l’uso di pesticidi/diserbanti ad un maggiore rischio di sviluppare il morbo diParkinson” - ha dichiarato il Dr. Langston, fondatore e direttore scientifico del Parkinson’s Institute di Sunnyvale, in California. L’esposizione prolungata ai pesticidi può essere correlata anche allo sviluppo di altre forme di demenza. Da un’indagine effettuata su dei lavoratori di vigneti nel sudovest della Francia, risulta che i lavoratori che sono stati esposti a pesticidi hanno peggiori risultati nei test neuro comportamentali volti a misurare la memoria e il ricordo, le competenze linguistiche e le abilità verbali, la velocità dei tempi di reazione utilizzati per determinare uno stato di demenza, mostrando una probabilità 5 volte maggiore di registrare un peggioramento nelle prestazioni rispetto ad una persona non esposta.
Tutti devono sapere che un terzo della frutta e della verdura che finisce sulle nostre tavole presenta tracce di pesticidi.
Per eliminare le sostanze nocive è opportuno avere qualche accorgimento. Prima cosa, cercare di eliminare la buccia se non si è sicuri della provenienza degli alimenti. Il primo alleato è l’acqua, magari con l’aggiunta di sale, capace di rimuovere fino all’80% dei pesticidi. All’acqua potrebbe essere aggiunto in alternativa del bicarbonato di sodio, lasciando gli alimenti a bagno per circa 15-20 minuti, oppure dell’aceto, lasciando questa volta per 30 minuti.

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